Montefalco La ringhiera dell'Umbria

Esiste un luogo che permette di comprendere la bellezza dell'Umbria in un unico sguardo, una città che dall'alto del suo colle osserva le piane del Topino e del Clitunno e offre, dai suoi numerosi affacci, un panorama che dalle campagne della Valle Umbra, tra Perugia e Spoleto, giunge fino ai boschi dei Monti Martani.

È Montefalco, la Ringhiera dell'Umbria, uno dei borghi più belli d'Italia.

La città, anticamente conosciuta con il nome di Coccorone, divenne improvvisamente Montefalco alla metà del XIII secolo. Sono diverse le leggende che ruotano attorno a questo repentino cambio di nome e fanno tutte riferimento alla figura dell'Imperatore Federico II di Svevia, grande appassionato di falconeria. Secondo la più suggestiva di queste tradizioni, mentre l'esercito imperiale si trovava accampato a poca distanza dalla città, i falchi dell'Imperatore avrebbero scelto la sommità del colle come propria dimora preferendola all'accampamento. Quando gli abitanti di Coccorone restituirono gli amati volatili all'Imperatore, chiesero e ottennero che la città venisse risparmiata dalle truppe imperiali e il nome di Montefalco sarebbe, appunto, la celebrazione di questo avvenimento. Secondo una versione meno idilliaca, invece, la città di Coccorone sarebbe stata distrutta dall'esercito imperiale nel 1249 e ricostruita, appena un anno dopo, con il nuovo nome di Montefalco.

Qualunque sia l'origine del suo nome, Montefalco non è solo un punto d'osservazione da cui guardare un panorama eccezionale, “uno dei luoghi più pacifici della terra...”, come scrisse Herman Hesse agli inizi del '900,
Montefalco è la città dei tessuti, dell'olio, del vino e degli Strangozzi, è una città con una lunga storia e tradizioni importanti, che vive tutto l'anno seguendo il ritmo delle meravigliose campagne che la circondano per poi raccogliersi all'interno delle sue mura, nella bellissima Piazza del Comune, per rievocare il passato e celebrare il presente nella lunga serie di eventi e rievocazioni storiche che danno vita all'intenso programma dell'Agosto Montefalchese. Una manifestazione in cui ogni anno tradizioni antiche e moderne riecheggiano nella gara dei tamburini e degli sbandieratori, nella solenne gara della balestra e nell'agonismo della staffetta, per culminare, infine, nella sentitissima Fuga del bove, durante la quale i quattro quartieri della città, Sant'Agostino, San Bartolomeo, San Francesco e San Fortunato, si affrontano in un'incruenta gara celebrativa di un'antica tradizione risalente al '500. Montefalco è un bellissimo borgo medievale che ancora oggi conserva intatto il fascino che portò il grande pittore fiorentino Benozzo Gozzoli a omaggiarla in uno dei maggiori capolavori del rinascimento italiano, un ciclo di affreschi sulla vita del poverello di Assisi che ha reso l'abside della chiesa di San Francesco il centro di un Complesso museale unico al mondo.
Un progetto capace di far convivere gli importanti reperti archeologici conservati nella Cripta e nel lapidario della chiesa di San Francesco con le opere d'arte di grandi maestri come il Perugino, Francesco di Melanzio e Antoniazzo Romano, mettendoli in contatto con gli artisti ospiti della Galleria Arte Contemporanea e con l'indelebile tradizione culturale e artistica dell'arte tessile montefalchese.

Un successo del dialogo culturale e artistico che raggiunge il suo apice in una delle sezioni più interessanti dell'intero complesso museale di San Francesco, le cantine dei Frati Minori Conventuali, attraverso le quali è possibile ripercorrere la storia del vero grande tesoro di Montefalco: il leggendario Sagrantino.

Un vino millenario che racchiude nel suo colore e nei suoi profumi lo spirito di una terra unica e dei suoi abitanti, un capolavoro enologico che ha sconfitto il tempo e che, grazie alla passione e al lavoro quotidiano dei produttori montefalchesi, è diventato un'eccellenza assoluta, capace di rappresentare l'Umbria e l'Italia nel mondo.